AUGURI DI UN BUON NATALE E ANNO NUOVO
martedì 20 dicembre 2011
lunedì 19 dicembre 2011
A Natale regala un weekend in agriturismo
Inizia la corsa ai regali, quest'anno ti proponiamo un'idea in più, regala a chi vuoi bene un weekend in agriturismo.
Che sia in campagna, sulla neve, al mare d'inverno o in città, sarà sempre un dono speciale: una vacanza, un bel momento da non dimenticare.
Guarda tra le offerte speciali a costo più conveniente o se hai già in mente un posto ben preciso per il tuo regalo, cerca l'agriturismo per regione, con pochi click sarai in diretto contatto con le strutture che preferisci per ricevere tutte le informazioni che desideri.
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Ti basteranno pochi click e il regalo è fatto!
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sabato 5 novembre 2011
10 ANNI a AGRIeTOUR
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sabato 22 ottobre 2011
L’oro delle colline di Brindisi
L’oro delle colline di Brindisi
di Federico Lacche

Alcune furono piantate più di 700 anni fa dai monaci basiliani in fuga
dall’Oriente, che iniziarono a trasformare grotte ed eremi ipogei in
frantoi. E’ a pochi chilometri da Fasano, sulle ultime propaggini delle Murge, tra le terre di Bari e le antiche terre d’Otranto,
che iniziano le prime tracce di un itinerario puntato alla scoperta di
quello che i greci chiamarono elaion, i latini oleum e che per tutti i
popoli del Mediterraneo era autentico oro liquido.
L’olio è servito a massaggiare atleti olimpici, ungere re, profumare
faraoni e riempire antichi forzieri. E poi, naturalmente, a impreziosire
ogni cibo, con un aroma intriso di storia. A “sua maestà” l’olio, qui
sulle colline di Brindisi, è stata dedicata una strada,
forse la prima in Italia e che, estesa per circa 150 chilometri, unisce
idealmente i comuni di Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano,
Ostuni, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni e Villa Castelli, incrociando frantoi, borghi rurali e, soprattutto, antiche masserie.
Proprio queste ultime, infatti, sono le storiche “industrie olearie”
della Puglia, al centro di sterminati latifondi signorili il cui
prestigio non veniva misurato in ettari, ma in numero di alberi d’olivo.
Alcuni possedevano fino a 50.000 “chiome”, capaci di produzioni
giustificabili solo col commercio e le esportazioni. Ecco allora i porti
di Gallipoli – da cui partiva olio per l’industria del sapone di
Marsiglia -, di Otranto, di Monopoli, di Bari e dell’antica Egnazia: dai
loro magazzini, tra il XV e il XVI secolo, partivano ogni anno, e per
la sola Venezia, ben 52.000 salme d’olio (una salma corrispondeva a
circa 156 chili o 168 litri)!
Da queste parti, a poche settimane dall’inizio della raccolta e della molitura delle olive, è d’obbligo la visita a un primo Museo dell’Olio d’Oliva,
nei pressi di Fasano, che appartiene a una masseria di uno storico
casato di olivicoltori pugliesi. Sorge sul nucleo primitivo (XI e XII
secolo) di una grancia dell’abbazia dei monaci greci di S. Nicola in
Casole d’Otranto. Qui hanno trovato posto le tradizionali macine in
pietra viva un tempo azionate a forza animale, le macchine frangisansa
per eliminare i noccioli, i torchi in mogano destinati ad accogliere i
fiscoli per la spremitura, le cisterne di raccolta e tanti altri
strumenti che raccontano la storia delle produzioni olearie dal 1600 ai
primi anni del secolo appena trascorso. E poi, altra tappa
dell’itinerario, il Museo oleario di San Vito dei Normanni,
allestito nelle magnifiche sale dell’ex Convento dei Padri Domenicani.
L’esposizione racconta la storia dell’olio d’oliva, dell’arte legata
alla sua produzione, della cultura contadina come preziosa eredità per
le giovani generazioni.
Sulla strada che collega Fasano a Ostuni, bianca regina
degli olivi, si susseguono decine di dimore, sovente adibite ad
agriturismo, dalle più svariate linee architettoniche: masserie-regie,
masserie-abbazie, fortificate, non di rado di gusto tardo-rinascimentale
e barocco. Alcune abbandonate da anni, altre pregevolmente restaurate e
organizzate per accogliere turisti di passaggio in cerca di acquisti e
degustazioni. Minuscoli bicchierini d’olio da assaporare. Un rituale
prezioso. Si tengono in un palmo, chiudendo con l’altro i bordi per
riscaldare il succo d’oliva; poi si toglie la mano, ed esplode
l’effluvio dei profumi. Quindi inizia l’assaggio al palato, aspirando
forte e facendo schioccare la lingua per fissare meglio flavour e
sapore. Un extravergine deve rispettare anche precisi criteri di
composizione: è tale solo fino a un grado di acidità, entro i due gradi è
vergine, mentre oltre i tre è un olio lampante di olive, non
commestibile. L’olio delle colline di Brindisi è stato il primo ad
essere riconosciuto anche a denominazione di origine protetta. In
pratica, è un extravergine realizzato al 70 per cento con olive di
alberi ultrasecolari di ogliarola salentina, e al restante 30 per cento
con celline di Nardò o un mix di coratina e leccino.
L’olio può anche essere considerato un elisir, un “medicinale”
– limita l’invecchiamento cellulare, aiuta a prevenire l’ispessimento
delle arterie, il cancro e i calcoli biliari – e un cosmetico. Lo
avevano compreso gli egizi, che lo utilizzavano in veste di antirughe ed
emoliente per il corpo, come le antiche comunità rurali, che all’olio
ricorrevano per estrarre le spine dalla cute o assicurare lucentezza ai
capelli. E’ proprio vero, l’olio è capace di affascinare e sedurre. E
nei rami possenti degli ulivi di questa terra, in quei tronchi che
talvolta diventano sculture, si riassume la potenza straordinaria della
natura. Non rappresentano solo bellezza: gli ulivi sono il nostro
paesaggio storico. E per questo è nata la prima strada dell’olio
italiana. Non resta che percorrerla, magari in questo periodo di
raccolta e molitura, quando ogni anno – da mille anni - si celebra una
silenziosa alleanza tra l’uomo e la natura.
martedì 11 ottobre 2011
DIFENDIAMO LA TERRA INSIEME A CHI LA LAVORA!
DIFENDIAMO LA TERRA INSIEME A CHI LA LAVORA!
In occasione della della 37esima sessione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (Cfs) e della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16-17 Ottobre) della FAO, la società civile italiana si mobilitaRoma, 10 Ottobre 2011 – Nell’imminenza dell’inizio del vertice del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale insediato presso la FAO e della celebrazione, il 17 Ottobre, della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, le Organizzazioni contadine e della società civile presenti a Roma da tutto il mondo per partecipare a questi eventi, l’11 ottobre alle ore 11 di fronte alla Fao (via di Porta Capena) organizzano un presidio e una manifestazione in occasione dell’apertura dei negoziati per le Linee Guida Volontarie della Fao sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste.
E’ il primo presidio della società civile internazionale in occasione delle mobilitazioni internazionali contro la crisi, per accendere i riflettori dei media e dell’opinione pubblica su un processo, quello delle linee guida, che potrebbe proteggere dalle speculazioni internazionali e rafforzare l’accesso alla terra, ai territori di pesca e alle foreste delle comunità rurali, dei popoli indigeni, dei produttori piccoli e medi, in particolare donne e dei giovani. Purtroppo alcuni Paesi dominanti, con il supporto delle Istituzioni Finanziarie Internazionali, stanno facendo di tutto per non adottare linee guida forti ed efficaci.
Preferiscono un sistema di governo che faciliti l’espropriazione delle comunità locali dalle risorse naturali e dai beni comuni di tutti, operata da parte degli investitori provati e di altri potentissimi attori economici e politici
L’adozione di queste Linee guida è cruciale oggi, alla luce della crisi alimentare globale e mentre il mondo lotta per riprendersi dalle gravi crisi ambientale e finanziaria esplose negli ultimi anni. I piccoli e medi produttori, che garantiscono la maggior parte della produzione di cibo per il pianeta, debbono poter continuare a mantenere se stessi e le proprie comunità. Essi devono poter continuare ad essere d’esempio per i giovani e per il nostro futuro, perché dimostrano, con la loro sostenibilità perpetuata nei secoli, che questo stile di vita è necessario e preferibile per la sopravvivenza del pianeta.
Il Comitato italiano per la Sovranità Alimentare, con le oltre 270 associazioni, movimenti e reti che ne fanno parte, promuove un calendario comune di attività in tutta Italia in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Dall’11 ottobre prossimo oltre 50 delegati delle organizzazioni sociali e contadine di tutto il mondo saranno in Italia per seguire i negoziati e spingere gli Stati ad affermare i propri obblighi legali e naturali di anteporre ad ogni altra scelta diritti umani quali il diritto a un’alimentazione adeguata, all’abitazione, alla salute, al lavoro a rischio nella crisi presente.
Sarà allestito un presidio della società civile fuori della FAO dove saranno tenute delle conferenze stampa – correlate con le azioni dirette– che spiegheranno con l’aiuto di testimonianze dirette dal campo, alla stampa e all’opinione pubblica, l’andamento dei negoziati, le loro posizioni e proposte.
VI INVITIAMO AD INCONTRARE PER LA PRIMA VOLTA LE RAPPRESENTANZE DEI CONTADINI,
DEI MOVIMENTI SOCIALI E INDIGENI PER CONOSCERE IL CALENDARIO DELLE ATTIVITA’
LE LORO PREOCCUPAZIONI E LE LORO PRPOSTE
ROMA, 11 OTTOBRE, ORE 11: PRESIDIO E PRIMO INFO STAMPA
Concentramento in Piazza di Porta Capena – Roma
Adiacente Viale delle Terme di Caracalla
Intervengono:
Luca Colombo: Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, Italia
Mamadou Ba, Conseil National de Concertation et de Coopération des Ruraux, Senegal
Lalji Desai Marag, President, World Alliance of Mobile Indigenous Peoples and Nomadic Pastoralist, India
Jorge Stanley Icaza, International Indian Treaty Council and of the Kuna people, Panama
Kalissa Regier, Youth Farmer Representative, National Farmers Union, Canada
Rehema Bavuma, World Forum of Fish Harvesters and Fishworkers, Uganda
Claudio Giorno, Movimento No Tav, Italia
Altri rappresentanti disponibili per interviste: Faliry Boly, Secretary General of Sexagon, Mali e Daniel Gomez, FIAN Netherlands
Una delegazione dei movimenti consegnerà domani a seguire al presidente del Comitato per la Sicurezza alimentare (Cfs) insediato presso la Fao l’Appello di Dakar, che chiede ai governi a nome di 700 organizzazioni di tutto il mondo, di porre fine al Land Grabbing e al Cfs di respingere i Principi per gli investimenti responsabili in agricoltura proposti dalla Banca Mondiale
Comitato Italiano per la Sovranità alimentare http://www.cisaonline.org/
giovedì 6 ottobre 2011
Tempo di vendemmia tra i profumi del Chianti e del “bianco” di Toscana
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mercoledì 21 settembre 2011
Agriturismo.com | La bontà di un sano principio
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lunedì 19 settembre 2011
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