domenica 13 gennaio 2013

Tra saline e riserve naturali in provincia di Trapani

La Sicilia è, prendendo in prestito le parole del grande Omero, “la verde isola dove pasce il gregge del sole”.
 
Tra saline e riserve naturali in provincia di Trapani La Sicilia è, prendendo in prestito le parole del grande Omero, “la verde isola dove pasce il gregge del sole”.
Una definizione che sembra tanto più calzante quanto più ci si avvicina alla provincia di Trapani, un territorio così ricco di arte, testimonianze storiche, bellezze naturalistiche e paesaggistiche che pochi giorni non bastano a svelarne l’intera meraviglia. Come quella che accompagna il morbido fluire delle emozioni quando si attraversa la strada che dal capoluogo conduce alla frazione di Xitta, a tre chilometri da Trapani, sulla strada che conduce a Marsala. Questo percorso è intervallato da suggestivi e antichi mulini a vento le cui pale sembrano fendere il soffio della storia.

Di grande effetto è anche il tratto di costa che da Trapani conduce a Marsala, lungo le cosiddette “vie del sale”. Questo itinerario, infatti, è fiancheggiato da saline e da cumuli di sale che, in lontananza, si manifestano con il loro bianco accecante. Oggi le saline appartengono ad una riserva naturale popolata da centinaia di aironi, gru, fenicotteri e cicogne. Giunti a Marsala, la cittadina il cui nome è indissolubilmente legato al famoso sbarco di Garibaldi, è difficile resistere all’urgente richiamo del suo patrimonio artistico: chiese, grotte, santuari, statue, anfore, relitti di navi, necropoli. Tutte testimonianze che parlano di una terra leggendaria e dal glorioso passato, una perla nel cuore del Mediterraneo, nota in tutto il mondo per il suo nobile vino liquoroso.

Le protende le braccia la splendida Erice, compendio perfetto di arte, storia e natura. Il suo centro storico di impianto medievale si conserva pressoché intatto e in totale armonia con la natura circostante. Rigoglioso il giardino del Balio che custodisce il castello Pepoli, ora trasformato in villa. Erice conta più di sessanta chiese, come quella della Matrice, edificata nel XIV secolo, che conserva importanti opere d’arte. In Piazza Umberto I si trova il Museo Cordici con la famosa “testina di Afrodite”, risalente al V secolo a.C. Ad Erice è d’obbligo una sosta in una delle rinomate pasticcerie per gustare il meglio della produzione dolciaria locale.
Per chi ha voglia di arte contemporanea, da non perdere, poco distante da Trapani, il Museo civico di arte contemporanea, che possiede quasi duemila opere di grandi artisti come Guttuso e Burri.

Poco distante dal capoluogo sorge un altro piccolo centro della provincia di Trapani degno di rilievo: Buseto Palizzolo. Il fascino del luogo è acuito dalla presenza dei “bagli”, antiche costruzioni collocate in posizione sopraelevata sui terreni circostanti per permettere il controllo dei lavori agricoli. A Buseto si dice che abbiano avuto origine i busiati, tipica pasta fatta a mano, ottima condita con il pesto alla trapanese che prevede olio, pomodoro, aglio e basilico.

Il nostro itinerario alla scoperta della provincia di Trapani si conclude alla volta di Castellammare del Golfo, all’interno del cui territorio si apre l’ingresso della Riserva Naturale dello Zingaro, un’area incontaminata di spiagge, flora e fauna di indicibile bellezza. Sovrasta la cittadina il Castello di origine araba risalente al IX secolo, che oggi ospita un interessante Polo Museale con reperti di archeologia subacquea ed una tonnara.
Una provincia, quella di Trapani, dove la natura firma con il suo sigillo un vassoio di seduzioni difficili da dimenticare, soprattutto se la si vive nel luogo più di altri deputato alla sua valorizzazione: l’agriturismo.
Sarà allora facile dire, con le parole di Goethe, che “L'Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna”.

Lo Sapete che?
Nella ricorrenza del 24 giugno, giorno di San Giovanni, si era soliti a Trapani effettuare un rito piuttosto curioso: si immergeva del piombo fuso in un catino pieno d’acqua e se ne interpretavano le forme. Secondo la credulità popolare se il piombo assumeva le sembianze di volto umano, presumibilmente quello di San Giovanni decollato, i presagi non erano buoni: erano previste, infatti, disgrazie e calamità. Questa tradizione ha dato origine a diversi modi di dire nella città di Trapani, dove, quando si vuole minacciare qualcuno, si ricorre spesso alla colorita espressione “Ti faccio vedere la testa di San Giovanni”.

Michela Bilotta

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